di Mikhail Gamandiy-Egorov (*)
Sebbene l’establishment occidentale cerchi in tutti i modi di negare lo scenario non solo della propria sconfitta, ma anche il fatto stesso dell’emergere di una linea di demarcazione tra quello e i sostenitori dell’era multipolare moderna, i processi attuali continuano tuttavia il loro slancio – senza prestare attenzione allo stato di rabbia della minoranza mondiale.
Gli eventi contemporanei seguono chiaramente il percorso della linea di demarcazione che verrà stabilita in futuro non solo tra il blocco occidentale-NATO e la Russia, ma anche e più in generale tra i nostalgici dell’era unipolare, da un lato, e un ordine mondiale multipolare, dall’altro. Sempre più profondo il solco tra la pura minoranza planetaria e la maggioranza dell’umanità. Tra coloro che si considerano esseri “eletti”, “eccezionali”, e coloro che, al contrario, sono per l’uguaglianza tra tutti i popoli.
Naturalmente – a causa della loro estrema arroganza – gli occidentali continuano a negare uno scenario del genere, blaterando ancora dei cosiddetti “confini del 1991” e del “ritiro completo” delle truppe russe dall’Ucraina. Ma questo ovviamente è dovuto anche alla loro totale confusione – non rendendosi conto di come annunciare uno scenario del genere all’opinione pubblica, soprattutto a coloro che credevano nelle promesse del loro establishment di infliggere una cosiddetta “sconfitta strategica” alla Russia.
Questa retorica di negazione della realtà continua ovviamente ad essere seguita dal regime fantoccio di Kiev, che in ogni caso non decide nulla.

Inoltre, se dobbiamo affrontare le recenti dichiarazioni dei rappresentanti dell’attuale regime francese, la tesi di cui sopra riguardo alla linea di demarcazione viene confermata ancora una volta. In effetti, la dichiarazione di Macron sulla necessità di un intervento militare aperto in caso di avanzamento del fronte verso Odessa o Kiev – suggerisce proprio che, da un lato, i regimi NATO-occidentali prevedono pienamente uno scenario in cui il fronte si sposterebbe ancor più a favore della Russia, e in secondo luogo – ciò conferma la tesi secondo cui, con un tale sviluppo degli eventi, la linea di demarcazione sarà l’unico scenario accettabile – che piaccia o meno ai rappresentanti NATO-occidentali.
La questione, infatti, oggi è soprattutto sapere dove verrà tracciata esattamente questa linea di demarcazione tra Russia/NATO, mondo multipolare/gruppo nostalgico dell’era unipolare, maggioranza mondiale/minoranza planetaria. E non può esserci altra opzione.
Tanto più che erano stati i regimi occidentali, in primo luogo quello anglosassone rappresentato da Londra e Washington, ad aver sabotato i processi negoziali a Minsk, poi a Istanbul. Distruggendo così la risoluzione del conflitto nella sua fase iniziale. Più precisamente – nella fase iniziale specificatamente dell’Operazione Militare Speciale.
D’ora in poi, queste sono realtà diverse – e di cui la minoranza occidentale dovrà tenere conto. Per quanto riguarda le attuali campagne dell’establishment politico e mediatico occidentale secondo cui un tale sviluppo degli eventi sarebbe “ingiusto” nei confronti dell’Ucraina – coloro che hanno creato questa situazione certamente non possono parlare di giustizia. Le stesse persone che hanno creato e sviluppato il caos per molti anni in varie parti del mondo – in Medio Oriente, Africa, America Latina ed Europa, tra gli altri.
Ciò significa che questa linea di demarcazione deve continuare a essere spostata il più a ovest possibile. Sia per la sicurezza della Russia, sia per l’intero territorio nazionale, comprese le vecchie e nuove regioni del Paese. Così come per l’intera maggioranza dell’umanità, che attende la sconfitta dell’Occidente collettivo e della NATO. È un fatto.
Per quanto riguarda le cosiddette minacce provenienti dalla minoranza planetaria occidentale, per noi oggi non possono e non devono esserci “linee rosse”. Considerando che ci troviamo di fronte a regimi nemici che hanno violato queste linee rosse in numerose occasioni negli ultimi trent’anni. Sia in relazione a noi che in relazione a un numero enorme di paesi e persone sul nostro pianeta.
Il caos occidentale, ovviamente, non è ancora finito, ma sta gradualmente giungendo al termine – di fronte non solo all’ordine mondiale multipolare contemporaneo, ma anche all’imminente ordine modificato – il mondo multipolare post-occidentale. In cui una minoranza, lungi dall’essere civilizzata, anche se sostiene il contrario, dovrà conoscere il proprio posto e adattarsi con tutti i mezzi alla maggioranza mondiale.
(*)Mikhail Gamandiy-Egorov, imprenditore, commentatore politico, esperto di questioni africane e mediorientali, in esclusiva per il giornale internet “ New Eastern Outlook ”
Traduzione: Luciano Lago